Aperitivo ai piedi della dea Vittoria

Il Van Phu Victoria è una torre (gemella) di trentanove piani, con guardie e checkpoint ai piani primo e quinto. Al primo c’è anche un minimart, al quinto la piscina, prati sintetici, un playground al chiuso, una scuoletta di inglese, un caffè-gelateria con chiosco e wi-fi fast connection, e il kindergarten dove vado a lavorare. E una vista non indifferente su tutta Hanoi, vecchia e nuova. Oggi però vi dovete accontentare di queste foto cosiddette di repertorio, perché le mie, come già detto, sono finite alle ortiche grazie all’efficienza della tecnologia filippina e cinese (sia l’HD che il laptop, un mese scarso di vita), e siccome ho beccato un’influenza potente, mi sa che non se ne parla di uscire. Mi chiedo se non si tratti di un’ennesima lezione sull’essenzialità e inutilità dell’accumulo. Il mio amico lettore gentiluomo con cui faccio colazione a Milano fra un volo e un treno in arrivo, mi consola dicendo che il mio mondo me lo porto dentro. Anche un poeta francese diceva così, che dentro ovunque andiamo ci portiamo dietro tutto ciò che abbiamo visto e amato, e a cui facciamo ritorno anche quando abitiamo una terra straniera. Che quando si viaggia “a fondo” secondo me non va poi tanto bene. Perché tutta quella roba lì fa scudo contro quello che gli altri hanno da insegnarti. E tu, per decenza e cortesia fai sorrisi, fai foto, annuisci, poi però torni a casa (o al tuo blog o al tuo hard disk filippino) e ci dai dentro con i commenti e l’ironia. 

van-phu-victoriaQuesta immagine come si può intuire è finta, le torri sono due e non cinque, come sembra essersi auspicata la ditta appaltatrice, non so se anche qua per via della crisi, i cantieri sembrano fermi da un po’. La sesta nello sfondo è un classico grattacielo di Tokyo, cui gli architetti si sono ispirati. Il Giappone è molto in auge in VN. I cinesi invece, uhmm… Per non arrivare a mani vuote il primo giorno ho portato dell’uva, che incriminata all’istante come “cinese” da Trang, è stata prontamente lavata, disinfettata e asciugata dalla Twa. Lo slogan della Real Estate Company tuttavia recita: Asian philosophy and Feng Shui are the core characters that have been inspired into the project design by Japanese architects and planners. Chi fra i miei European and American new age friends immaginerebbe mai il feng shui a queste latitudini, nel suburbano quartiere di Ha Dong?  Tant’è.Fountain-537x402

(Classica rappresentazione commerciale del feng shui – l’antica arte di arredare in armonia con l’energia dell’universo.) 

Ai piedi del Victoria (il design è ispirato alla “goddess of Victory” che vince la sfida dell’altezza), in luogo di marciapiedi lindi e precisi, e di un traffico molto western style come vagheggia e beatifica la foto qua sopra, (in realtà manca anche la semplice linea tratteggiata sull’asfalto), si incrociano e schivano, con un’abilità che fa pensare al perennemente incolume Mister Magù, cicli, tricicli, motorette e qualche sparuto SUV. Basta poi attraversare la strada che prendono vita rioni sgangherati e vivacissimi densi di aromi prelibati e popolati di bimbi per mano a nonni, tassisti in pausa, galli ingabbiati che stuprano galline, gente che arrostisce carne e farcisce succulenti involtini primavera, e la sparuta turista italiana che vi si aggira in cerca di un aperitivo. Per fortuna di miei simili, neanche l’ombra. Così ho potuto fare amicizia con gente di una delle tante bettolette, classiche “casa e bottega” che quando piove sembrano chiuse, ma basta spingere la porta e da dietro una tenda del soppalco sbuca il “cameriere”, il quale fa un fischio al “cuoco”, e in men che non si dica arriva una ciotola di qualcosa che quel che c’è dentro non ve lo so dire, ma oggi mi ha restituito per un po’ la salute e il buonumore. Il vino lo fanno col riso, e non se ne parla nemmeno. La birra però non è male. I gestori, marito e moglie e un nugolo di cognati, cugini, nipoti,  stan sempre lì a spennare polli, tritare, rimestare, farcire e friggere. Per la gioia di chi è affamato di cibo e di foto di un Vietnam… come definirlo? più originale? autentico? esausto? Credo dipenda dai punti di vista. Non so se gli architetti sarebbero d’accordo, ma se anche manca il feng shui e c’è un bordello della madonna, l’energia dell’universo qua in basso abbonda. 

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            Il ristorante                        Il cuoco                        Gli ingredienti

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