Il messaggio più vecchio del mio blob data 14 settembre 2017 e comincia con un Ohimmeahme!!!!
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Che chissà perché questa cafonissima reazione, visto che all’ambasciata non ci ero ancora arrivata e le speranze di rinnovare la carta verde (ergo fuggire da questo paese) non morte del tutto. L’abbondare di faccine e di epiteti da chat non è da me, sia chiaro.
Forse ero solo triste di fronte a tanto bendidio che sempre offre questa città.
Città spaziale speziata e nn spaziosa con dentro un po’ di Teheran, Palermo, Tunisi e quasi quasi anche…
Scendo – nel vero senso della parola – ‘sto Arco Mirelli che tutti usano a mo’ di pietra miliare per dare indicazioni, ma di nuovo, alla domanda dove sia l’arco, i napoletani non mi capiscono, e lanciano in qua e in là le braccia, Qua stall’arco!, e qua, e qua, ella’… come a dire, Non c’è che archi… (ma di archi io nisba).

Italpol
Uso del voi
E si riparte… con il “gattò” della signora Amelia in valigia.
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Mai viaggio fu tanto penoso, quindi gli appunti si troncano saggiamente lì, sulla leccornìa di questa deliziosa affittacamere. Che mi ha tirato su in treno (e fatto ungere dappertutto, tanto il treno era semivuoto). La signora Amelia meriterebbe un capitolo a sé, peccato che come al solito devo interrompere per l’ospite in arrivo e devo rimetter su la porta della relativa camera che visto che c’è mi sembra giusto includerla nella mia splendida accoglienza etrusca.
Se l’ospite non si tratterrà troppo a lungo magari racconto della signora Amelia perché veramente se mi chiedessero, Avresti rinunciato al suo gattò in cambio del rinnovo della carta verde?
Giammai!
P.s.Ogni volta che mi scaldo e arrivo sul più bello devo interrompere questa corrispondenza di amorosi sensi che sempre per me è la scrittura: sedermi in pace a una (specie di) scrivania, e ripassarmi gli ossi, invece arriva qualcosa (un CoronaVirus) o qualcuno (un ospite) e l’osso sparisce. Story of my life!
Coito interruptus continuo.
(Nella vita sentimentale manco l’inizio).