Bright Lights, Big City
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Quel certo problemino cui accennavo giorni fa non ha ancora trovato una soluzione, si è pertanto resa necessaria la ricerca di una farmacia un tantino più fornita di quella sotto casa ai piedi della Vittoria (inno che il mio intestino non riesce a intonare).
Solo che a queste latitudini, dall’operazione di individuazione del problema a quelle di pianificazione ed esecuzione del progetto, atte a giungere ad una sua soluzione, di tempo ne corre. Quasi un volo Milano-Doha. Naturalmente ne è valsa la pena, e la cena, gentilmente offerta dai due gentiluomini in B&W.
La gallery qui dentro è il risultato di una corsa in taxi (corsa si fa per dire, la velocità ammessa in città sono i 30/40 all’ora) di tre ore e mezza circa di viaggio (andata et ritorno) da un capo all’altro della città per trovare una farmacia dove: a) parlassero una parola di inglese; b) sapessero cosa sono le supposte senza dover dilungarsi in ridicoli e rudimentali schizzi a biro. Di tutti i farmaci da portare, il solo, il più utile e logico a cui pensare l’ho lasciato a casa.
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