La stanza del Gringo, così viene chiamato il di-fuori o ex-marito in Lezioni di Far West, libro scritto eccetera eccetera, la sua stanza ecco, un po’ anche mia che ci dormo (o tento di farlo) è piccola e ingombra di scatole e valigie e scarpe e vestiti appesi dove capita, e orologi fermi alle 11.30 di chissà quale data. Ci si dorme a fatica. Un po’ per la luce che filtra già alle cinque di mattina, qua siamo alti e il sole si sveglia prima; un po’ il suo alarm clock che dà una serie di pre-allarmi, ché di allarmi veramente si tratta in quanto il ring tone è un tintinnìo di bottiglie tipo inizio scossa di terremoto, mi viene in mente la scena di apertura di Domani, un film della Archibugi, non è male, ve lo consiglio. E a proposito di suonerie strane, questa, per dirvi, è quella che l’amico George, che gentilmente ci ospita e sopporta, ha abbinato al mio di fuori-marito, si chiama Mental Hotline, e quando quest’ultimo chiama, il telefono di George, dice più o meno così:
Salve, e benvenuti su Emergenze Psichiatriche.
Se siete ossessivi compulsivi, premete 1 ripetutamente; se siete co-dipendenti chiedete a qualcuno di premere 2 per voi, se soffrite di personalità multiple, premete 3, 4, 5 e 6; se siete paranoici, rimanete in linea, sappiamo chi siete e dove trovarvi, veniamo a stanarvi noi; se siete depressi, premete il numero che vi pare, tanto non vi risponderà nessuno perché di voi se ne fregano! Thank you for calling the Mental Hotline, an operator will soon answer your call …
E vabbé, prendiamola a ridere che è meglio.
Oh Ninì! ha esordito oggi la mia best follower & friend, che ultimamente per via del blog che mi impegna parecchio, non ci incontriamo più molto, si fa per dire.
O ragazza, com’è? Ho rilanciato io.
Todo bien, fa lei, che spesso usiamo il multilanguage system per cazzeggiare un po’. Te, come ti butta?
Io ero in multiple-Skype-talking con uno student da una parte, il mio meditator zen teacher, Michael, da un’altra, a metterci d’accordo sull’ora in cui passavano a prendermi lui e la gentile wife Emily per la Dante class di stasera, e poi in diretta su un’altra finestra con la mia genialissima webmaster che cercava di ripristinarmi il sito che per qualche motivo stamani era andato in tilt (non so se avete notato la nuova mise… oggi meno 3, prepararsi a fare auguri alla schizzatissima teacher !).
Fortuna che dovevo essere on vacation, sfido io che poi sclero con gli ex-husband! D’altronde per me, un viaggio è tutto tranne che una vacanza, vacare non fa per me, come spiego ampiamente nel solito libro, Unit 1 (Partenze).
Anyway, il gist della conversation con la mia fedelissima follower&friend, il succo, era che “un po’ di barcone farebbe bene a tutti”. Riferito al documentario che sere fa la mia fedelissima ha visto su uno di quei viaggi per mare a bordo di certe zattere, insomma quei viaggi senza troppe … mi scoccia usare il termine dialettale che qui ci azzeccherebbe, mi scoccia se mi leggono i miei very young students, ma insomma ci siamo capiti di che genere di viaggi si tratta. E quindi si diceva che una porzioncina di quei viaggi lì, giusto per provarne l’ “ebbrezza”, un’oretta in mezzo al mare, a quel tipo di mare, con quel tipo di nocchiero farebbe bene a quelli come una mia conoscenza che al momento della conversation con la mia fedelissima friend giaceva in una specie di coma nella sua stanza. La stanza di cui al paragrafo uno.
Perché è in botta? Ha indagato la mia afficionada.
Qui, noi due di solito usiamo il termine “in botta come Benassi”, che non so se i miei Apuan readers conoscono… Il fatto è, non se ne abbia a offendere il signor Benassi, l’ex-Gringo gli dà dei gran punti, e lui, il signor Benassi, giusto le scarpe gli può fare, perché in fatto di “botte”, di quel tipo di botte, sia chiaro, botte dal verbo essere o andare in botta, non darle, botte o bottarelle che siano, ecco, che uno di botte ne può dare di vario genere oggi come oggi, ecco, da quel lato lì, fino ad oggi almeno, sia chiaro ai miei follower, non ci sono state né botte né bottarelle, ecco, così dissipiamo ogni dubbio, mentre in fatto di andare in botta, caro il mio signor Benassi, mi spiace per Lei, ma l’ex-Gringo è imbattibile.
Non so se mi sono spiegata con tutte queste bbb.
Accidenti, ho dovuto cercare il significato di andare in botta…. divertente il tuo blog oggi, anche se proprio strapieno di allusioni, non tutte da me afferrabili.
La tua fedelissima, per caso, ha un nome russo?
Nope, she is Italian alright!
Da ora in poi sono Crescent City. Ma come si permette una di avere il mio stesso nome? Ma siamo pazzi?
Intendevo: ma questa e’ andata in botta?
Excellent! See, you learnt a new expression!