… So goes De Coubertin’s old saying: winning is not as important as it is to take part. Which … ooops! I did once again, and once again (sigh) I lost. Poi mi dico, ma perché nascondersi dietro la maschera protettiva dell’inglese diventato ormai per me una vera seconda pelle, seconda natura e personalità, professione, gioco e passione, e allora, let’s play it again! Come suona il vecchio adagio decoubertiniano?
L’importante non è vincere, è partecipare.
Sabato 2 novembre 2013, e la sveglia di questa mattina è Bennato che canta come afferrare una stella, io apro gli occhi, guardo fuori dal settimo piano di questo albergone romano, splendidi tetti di una Roma striata di autunno.
Chi non ha sognato mai
il grande amore
chi non l’ha trovato mai
e sogna ancora
e chi crede che non vale
più la pena di cercare
e che è solo un’illusione
tutta questa grande attesa
per il grande amore.
♥ ♥ ♥
La foto sopra non è mia perché pensavo che la macchina fotografica sarebbe stata un ingombro e non l’ho portata.
Secondo errore.
Il primo lo lascio intuire ai miei fedeli lettori, non senza prima aggiungere che una vita senza errori vita non è.
Mi stropiccio gli occhi, perlustro questa suite gigantesca e insulsamente troppo vuota e grande per una sola persona, e la seconda cosa che vedo è il dolcissimo volto di T. (l’iniziale è inventata ma lui esiste eccome, è il mio studente preferito di quest’anno), la lucky star di questa mattina che compensa la stella che non sono riuscita ad afferrare in questa ennesima specie di blind date . . . if I say it in English, the final effect sounds less disastrous.
Se poi lo lascio dire a Bennato, ci faccio anche una mezza degna figura…perché io, una cosa è certa: non mi arrendo mai!
♥ ♥ ♥
… cosa c’è da vergognarsi
di soffrire e tormentarsi
e magari di rischiare
finanche di morire
per il grande amore.
Questo post è dedicato a T.: anni pochi, personalità a tonnellate. A smart and little sweet wise face. La sera di Halloween abbiamo giocato a memory con mostri, scheletri, ghosts and witches.
Trick or treat?
Di fronte all’ennesimo scherzo che non gli è valso nemmeno un piccolo premio perché qualcun altro aveva fatto man bassa, T. mi guarda e dice, con uno sguardo che fa pari e patta con il mio mood di stamani: Non importa se non ho vinto, l’importante è che ho partecipato.
Un bimbo che di strada son sicura ne farà tanta, e di stelle ne saprà cogliere a dozzine.
Siamo seri, molto bene concentrati
su traguardi più importanti
su problemi veri,
niente storie, favole e chimere
restiamo con i piedi per terra
non si può afferrare
una stella!
Speriamo che anche mia figlia arrivi presto ad elaborare un simile pensiero stupendo.
Winning and losing are different phases of an endless cycle over which we have only little control. Catching stars takes a lot of imagination, determination, training and courage. Myself, I would be contented with catching something more reachable,a ripe peach falling off a tree, the respect of respectable people, Whoever wants to catch a star has my admiration and encouragement.
Come si dice veramente blind date in italiano? Secondo Google translate sarebbe appuntamento al buio, ma non mi suona ideale.
Nemmeno a me :))
Senza la sconfitta, la possibilità della sconfitta, la vita non avrebbe senso alcuno. Mi piace vincere ma adoro la sconfitta. Mi insegna di più, mi rende migliore, illumina le cose di una luce meno falsa.Vincere sempre mi sarebbe insopportabile, perdere sempre solo fastidioso.
Giusto, Mauro. Senza contare che esiste anche la rivincita… E tassisti romani gentiluomini 🙂