Gent.ma Xxxx;
l’Ateneo di Pisa sta cercano (sic!) i contatti email dei suoi laureati da 25 anni per invitarli a una cerimonia che si svolgerà nell’autunno prossimo.
Chiediamo se lei è SONIA PENDOLA, laureata in lingue a Pisa il 25.03.1996
Questa la mail che mi è giunta giorni fa. Proprio così come ve la incollo: concisa, punteggiatura essenziale, con sotto il link che apre alla pagina dell’ateneo pisano sulla cerimonia che si terrà a novembre prossimo per celebrare Nozze d’oro e d’argento con la laurea, quindi la firma di una segretaria dott.ssa , alla quale ho risposto come segue, essendo io in effetti proprio io la SONIA PENDOLA laureata a Pisa il 25.03.1996
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Gentilissima dottoressa Xxxx;
Grazie per l’invito.
Certo, io ero fra quei beati illusi che pensavano di essersi equipaggiati per diventare oggi ottimi insegnanti barra traduttori barra interpreti e/o specialisti della lingua straniera: trainer, così amo definirmi, una language trainer. Cosa che credo di essere riuscita a diventare, ma di certo non grazie al sistema universitario o scolastico italiano.
La mia esperienza all’università di Pisa si è rivelata tanto edificante e splendida – nel contribuire a fare di me una persona migliore e culturalmente ricca – quanto inutile sul piano professionale.
Lei sa ancor oggi qual è il “complimento” che mi sento rivolgere?
“Tu/lei sei/è sprecata”.
E tali io giudico in parte i miei anni di tasse pagate e di energie profuse nel raggiungimento di una laurea (magna cum laude), che mi è valsa, oltre che a decorare per un po’ di tempo uno studio privato di 25 m2 – dove ho profuso altrettante energie e sborsato denari di tasse altrettanto inutili allo stato ed al comune mio di residenza (esborso culminato in multa stratosferica di 1530 euro che ha dato il colpo di grazia alla mia libera professione: ancora grazie Polizia Municipale di Carrara!); dicevo laurea che dopo 30 anni di precario e faticoso lavoro autonomo mi è valsa a guadagnare un misero stipendio statale e a sentirmi rivolgere ordini e assurde imposizioni da parte di chi in molto meno tempo di me (energie e tasse, non credo) si è accaparrato un pezzo di carta e la facoltà di potermi zittire di fronte ai miei diritti sacrosanti di vera ma sfigatissima professionista delle lingue straniere, si aggiunga alle qualifiche di cui sopra quella di traduttrice letteraria, interprete, animatrice digitale, insegnante online, correttrice di bozze, presentatrice e organizzatrice di eventi letterari, oltre che di ex-moglie, ex-giovane madre, ex-studentessa – lavoratrice che non ha mai beccato un centesimo di sussidi, bonus, prestiti a fondo perduto, e simili.
Mai.
La ringrazio ancora per l’invito, che declino, esercitando uno dei pochi diritti rimasti – la facoltà di mantenere la mia lucidità e onestà intellettuale con cui difendermi dalle prese per il culo (excuse my French!).
Ma queste ‘americanate’ – l’ateneo pisano mi perdoni- non fanno per me.
Cordiali saluti,