Superlativi relativi e assoluti – definizione

Il superlativo relativo esprime una qualità posseduta al massimo o al minimo grado, stabilendo un confronto fra l’unità e un gruppo di persone o cose. La sua qualità richiama l’aspetto relativo di ogni situazione esistenziale, oltre che grammaticale, con tutti i rischi che l’entrare in relazione comporta. Non mancheranno gli esempi alle prossime pagine. Rispetto all’assoluto, più soggetto a narcisistiche manie, volubili tendenze e mode passeggere (un giorno ti fa sentire issimo e issato al settimo cielo; un altro ti precipita all’inferno, vittima della spietata sintassi dell’esistenza), il relativo è più sobrio onesto e coerente, in quanto relativizza e circoscrive il campo di indagine: il “più o meno di”, relativo alla mia esperienza. Coi superlativi assoluti si rischia spesso di fare delle figure di merda, di sentirsi di merda. Tipo infervorarsi per qualcosa o qualcuno, e correre ad attaccare a quel qualcosa o qualcuno il suffisso issimo, issima, issime…

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