Superlativi relativi e assoluti – definizione

[av_dropcap1]Il superlativo relativo [/av_dropcap1] esprime una qualità posseduta al massimo o al minimo grado, stabilendo un confronto fra l’unità e un gruppo di persone o cose. La sua qualità richiama l’aspetto relativo di ogni situazione esistenziale, oltre che grammaticale, con tutti i rischi che l’entrare in relazione comporta. Non mancheranno gli esempi alle prossime pagine. Rispetto all’assoluto, più soggetto a narcisistiche manie, volubili tendenze e mode passeggere (un giorno ti fa sentire issimo e issato al settimo cielo; un altro ti precipita all’inferno, vittima della spietata sintassi dell’esistenza), il relativo è più sobrio onesto e coerente, in quanto relativizza e circoscrive il campo di indagine: il “più o meno di”, relativo alla mia esperienza. Coi superlativi assoluti si rischia spesso di fare delle figure di merda, di sentirsi di merda. Tipo infervorarsi per qualcosa o qualcuno, e correre ad attaccare a quel qualcosa o qualcuno il suffisso issimo, issima, issime…

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Il mio genialissimo psico, che a ogni seduta mi lascia con qualcosa di nuovo e brillante su cui meditare, dice che le donne americane sono uomini con attributi femminili, che gli manca l’interiorità, la quale è europea

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Superlativi assoluti – Uno scrittore affermatissimo

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C’è, a mo’ di esempio, questo very very successful writer, uno scrittore superaffermato che ne parlo spesso ma ora non ho voglia di dire chi è, se si capisce bene, sennò amen, dirò solo che abbiamo in comune, cioè, io ho in comune con lui non lui con me, abbiamo in comune che quando lo leggo, quando