Tutto perfetto (1)

…anch’io avrei voluto un uomo, poi però non ce n’erano di disponibili, mi toccava andare fino a Orbetello…

Un racconto
di Sonia Pendola

***

Il corpo non è una macchina. A differenza di quella, possiede una capacità immaginifica che costantemente lo soffonde al pari di un inestinguibile alone, cosicché il lato fantastico rispunta ostinatamente fuori a dispetto di ogni sforzo per sopprimerlo: ognuno si costruisce la personale rappresentazione del proprio interno. La vita umana ha difatti a che fare con la fisiologia organica tanto quanto con relazioni, rappresentazioni, simboli, sogni e invenzioni.

(F. Gonzales-Crussì, Organi vitali)

Tutto è partito da un Power Point che avevo confezionato per due affezionatissime lady, due studentesse diligenti che da tempo affidano il loro inglese alle mie cure, e con cui da alcune settimane svisceriamo contenuti e fraseologia connessi a questa pratica oggi in voga del decluttering – pulizia, svuotamento, sgomberare! Liberarsi degli accumuli, eliminare il superfluo, che ci inquina, ci danneggia, ci sottrae energie. Ed è andata così che a furia di cercare la parola giusta, il verbo giusto e i suoi opposti, le giuste immagini e i riferimenti culturali, clicca di qua e cerca di là, la peristalsi della mia coscienza si è riattivata, mi si sono staccate alcune molecole dalla memoria, che mi hanno fatto sentire il bisogno di… come dire, cacare questa storia.

La vera disincrostazione la devo in effetti a una dottoressa garfagnina molto schietta e sincera, conosciuta il mese scorso, una specie di moderna sciamana, uno di quei medici che oggi è molto raro incontrare.
Nella scena seguente mi sono appena congedata dal suo ambulatorio e sto salendo i tornanti lucchesi, completamente sgombra e ripulita, alla ricerca di questo Hotel de Charme dove ho prenotato il mio sollazzo post-decluttering, ma che comincio a dubitare esista veramente.
Di tanto in tanto butto un occhio giù dai dirupi, sbircio fra la fitta vegetazione per vedere se scorgo il cimitero degli inglesi.
L’atmosfera è a dire il vero molto foscoliana, più di una celebrità del passato riposa qui, anche la moglie di un presidente degli Stati Uniti d’America. 

*

Ho pensato che dopo un’esperienza del genere mi sarei fatta un regalo e ho prenotato in un’ex-residenza estiva appartenuta alla famiglia dell’Imperatore, ma google map non lo riesce a trovare e continua a ripetere che ci siamo persi. Sembra un posto uscito dal tempo, o forse è il tempo che se n’è uscito dal posto, stanco di mandare segnali che non venivano recepiti. L’asfalto è crepato nel mezzo e affossato ai lati, a mano a mano che salgo ripenso alla dottoressa T., a cui, dopo accurate e attente ricerche ho affidato il mio decluttering. 
Su YouTube si vedeva un uomo, un bel tipo, e una paziente, donna, giovane, che si lascia fare beata senza dire né ma né ba’, poi lui le massaggia la pancia in modo armonico e sinuoso, lentamente, e io ho pensato che anch’io avrei voluto un uomo, poi però non ce n’erano di disponibili, mi toccava andare fino a Orbetello, la più vicina era lei, questa dottoressa dalla chioma bianca e il sorriso di Gianna Nannini, ultra simpatica e chiacchierona, che prima di infilzarmi mi ha fatto quaranta minuti di infusione di storia risorgimentale!
Mi ha snocciolato vita morte e miracoli di tutte le celebrità del passato che han transitato qui, Byron e Shelley (che dalle nostre parti non mancano mai); il Monti e il Carducci, e anche il Pascoli e Montale. E poi scrittori e musicisti famosi, papi infino! e soprattutto regnanti e politici, che qui venivano regolarmente a depurarsi.
Sciè stata anche la moglie di Cleveland, quello della prima Depressione economica… Mi ha detto che l’han seppellita sopra Fornoli, e che dovevo assolutamente leggere il libro di un tale Cherubuini, ma non si ricordava il titolo, e continuava a dire, Ohimmèna, ohimmena, di’ un po’ se mi venisse in mente!
Poi mi ha raccontato della Elisa Baciocchi, aka Maria Anna Bonaparte (senza la u, ché altrimenti gli puzzava troppo di italiano!), la più giovane delle tre sorelle dell’imperatore, dopo la Paolina che diventa Pauline, la Carolina che diventa Caroline, mentre lei, delle tre la più sfigata – ma anche la più tosta – per dare una rinfrescata alle origini non proprio reali, scelse di essere Elise. Il cambio di nome le aveva permesso di ingentilirsi e, noblesse oblige, di migliorare l’eloquio e le capacità diplomatiche. A differenza di me che malgrado gli studi accademici, le numerose e auliche frequentazioni, un ex-marito americano della upper middle class, e molteplici lavori dignitosi, continuo a annaspare in balia dei miei sbocchi di ira e volgarità lessicali, tipo poco fa con l’ossequioso assistente del mio commercialista, un bonaccione un po’ unto che ogni volta che mi presento con la tabella di turno, cerca di spaventarmi con il fermo amministrativo, il sequestro dei beni! poi non dica che non l’avevo avvertita!
Meno male che c’è lui, Il solo vero alleato, che mi conosce anche meglio di mia madre, che si preoccupa della mia salute, che mi raccomanda di fare questo e di evitare quest’altro. Lui: Sua Maestà l’Algoritmo di Google. Lui che mi ha fatto conoscere la dottoressa T, eccola che mi accoglie nel suo studio, e attacca a raccontarmi le gesta di questa eroina che era proprio una donna con le palle, sa? una dritta, peccato l’è morta giovane…

Giovane quanto?
Ba’… sulla quarantina.
Dai..?
Ba’..!

E di cosa? è morta.
Cancro.
Ma vedi un po’, già a quei tempi?

Ba’.
A cosa?
Cosa?
A cosa ce l’aveva? il cancro.

All’intestino.
Ah.
Eh. Il punto debole dei Bonaparte.

E… era stitica?
Chi? 
La Elisa. Era stitica?
Ba’… un lo so, unnè detto, ora però, dai che si comincia, sennò vien tardi, e dopo ciò da visita’ gli africani.

*

Fin qui ho cercato di dirla come mi viene, senza nascondermi troppo dietro cliché narrativi che tanto non son mai stata capace di maneggiarli comm’il faut, io so raccontare solo quello che mi rode. Che mi intasa. Ammetto però che averci infilato dentro la sorella sfigata e ribelle di Napoleone, ora che rileggo, dà un po’ l’impressione di chi cerca, snocciolando con finta nonchalance aneddoti storici adatti all’occasione, di accattivarsi le simpatie del lettore, fingendo che la cosa non gli provochi alcuno sforzo. Che gli venga naturale (vista la mole immensa di conoscenze, e non solo storiche, a sua disposizione). Conoscenze che a chi legge devono risultare assolutamente spontanee e naturali, gradite e easy da recepire (facendo così entrambi – lettore e scrittore – il loro guadagno e porca figura). In realtà, ho passato tutto il lunedì post-decluttering a fare copia e incolla da Wikepedia, che comunque siamo pari perché ho corretto un dettaglio importante erroneamente attribuito a Rose Cleveland, la quale al presidente Grover non gli veniva sorella, bensì moglie. Ringraziami, Mr Wiki. Tanto tempo da ammazzare ne avevo, dato che di incontri interessanti nisba, la piscina con i giochi d’acqua era chiusa, meteo.lucchesia.it minacciava pioggia, e mi son sistemata nel sitting room charmant dell’Hotel a completare lo sgombero.

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Comments 5
  1. Nel mio nuovo lavoro ambientato in Galizia c’è un cimitero degli inglesi, raccoglie le salme di 172 marinai della SS Serpent naufragata li davanti. Si salvarono solo in 3…
    Quello che racconti è ambiguo ma … stimolante, se posso dire così.

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