Una lingua molto densa

Qualcuno mi ha chiesto perché non posto i miei pezzi su fb, ma non credo sia il caso di farsi altri nemici. Il rischio, quando come me si usa la vita nuda e cruda per mettersi al centro dell’attenzione, è di urtare i sentimenti di qualcuno, e non sarei più capace di farvi fronte.
Comincio a invecchiare.
E comunque, quando li postavo, non se li filava nessuno, un sacco di mi piace, cuori, stelle, applausi… alla foto anteprima del post.

Palermo, palazzo normanno della Zisa

Nei 1000 anni circa dopo la dipartita di Paolo Saulo da Malta, sull’isola si avvicendarono fenici, greci, cartaginesi, romani, arabi , quindi nel 1090 inizia la dominazione normanna, coesistendo con la presenza araba che rimase presente nell’arcipelago. Gli arabi saranno cacciati da Federico II di Svevia “solamente” nel XIII secolo. Il virgolettato vuole far notare che la presenza araba permane per lungo tempo e non solamente per qualche decennio sull’isola, e questo è evidente nei tratti e nella gestualità di molti maltesi. Dopodiché l’Isola di Malta e la sua storia seguiranno di pari passo quella della cugina Sicilia per parecchi secoli. Questo per introdurvi un altro elemento che fin da subito mi ha conquistata di quest’isola: la lingua.
Oggi Malta ha due lingue ufficiali: il maltese e l’inglese: lingua madre la prima , lingua di convenienza la seconda. Ma fino al 1934 la lingua ufficiale era l’italiano, che conveniente, si sa, non è mai stato per nessuno.
Studiando, apprendendo e insegnando Lingua 2 da tutta una vita, sono giunta a delle considerazione personali, basate su fatti osservati, e soprattutto sull’esperienza. Di certo non sto dicendo chissà quale novità, da un punto di vista socio-linguistico; ma come ripeto, sono considerazioni tratte dalla mia esperienza.
Ho avuto modo di insegnare italiano a ragazzin* stranier*, negli anni ’90, a alunn* di lingua anglofona, di genitori americani o britannici, e molt* ne ho osservat* perché figli(e) di colleghi di madrelingua inglese… ok ammetto che l’asterisco è una rottura di scatole, torno alla vecchia scuola.
Dicevo, un’osservazione che non si può evitare di fare è che i figli di genitori anglofoni, ma ora che ci penso anche francofoni, arabi e cinesi, mantengono l’uso della lingua madre fra loro. In famiglia. Fatto che si verifica molto più raramente ad esempio con la lingua albanese o romena. E azzarderei a dire anche la lingua wolof (senegalese). Questi genitori tendono a evitare di parlare la loro lingua con i figli, fra marito e moglie sì, ma non con i figli, e soprattutto non in pubblico, per strada, nelle comunità, figli che apprendono l’italiano molto in fretta, a scuola, dai loro pari, ignorando quella dei genitori che non impareranno mai a parlare.
Ma, si impara ciò che ci è necessario e ci avvantaggia, e anche le lingue risentono dei privilegi sociali. In altre parole, ci sono lingue che si fa fatica a parlare fuori dal territorio “di pertinenza” per una sorta di pudico imbarazzo. Come con i dialetti, relegati a lingue di serie C, indici di scarsa cultura e civiltà. Di declassamento sociale. Io l’ho vissuto in prima persona e malissimo, ma all’incontrario, perché mi sentivo emarginata dai miei stessi genitori, i quali nell’intento di preservarmi linguisticamente dalle influenze contaminatrici del dialetto siculo, mai una volta si sono rivolti a me nel loro idioma, che ancora oggi per me nasconde tesori preziosissimi e segreti.
Tesori che discendono direttamente dal siculo-arabo, la lingua ufficiale di Sicilia e Malta fino all’arrivo dei normanni, per ben 4 secoli. Ma mentre in Sicilia il siculo arabo si è praticamente estinto, a Malta è rimasto e si è evoluto arricchendosi di italianismi, inglesismi, grecismi, ed oggi rappresenta la sola lingua semitica in Europa.
Chiedete pure a chiunque sia stato in vacanza a Malta che lingua ci parlano, vi risponderà prima l’inglese, (sì però un po’ diverso…), e poi aggiungerà una serie di attributi per descrivere la lingua locale, che sembra arabo, suona a tratti come l’italiano e a tratti come il siciliano odierno.
Insomma un bel caos. A renderlo anche più unico e originale è la sua scrittura, che di semitico non ha un bel niente, perché usa caratteri latini incoronati da strani accenti.


l-ilsien Malti huwa dens ħafna

Una lingua molto densa per un’isola molto caotica e digressiva, che sembra voler dire e dare più di quanto non possa permettersi.
(Mi ricorda qualcuno. ).

Malta, La Valletta

Non c’è dubbio, se un giorno rinasco isola, mi trovate qui.

Sopra: Marsaxlokk Market

Comments 2
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Prev
Stelle vere e percepite
Next
Protetto: Esigenze di viaggio

Protetto: Esigenze di viaggio