Un’isola densa

Usciti dall’aeroporto riceviamo l’affettuosissimo abbraccio avvolgente della canicola, che anche in inglese prende a prestito dal mondo cinofilo

“The dog days or dog days of summer are the hot, sultry days of summer. They were historically the period following the heliacal rising of the star system Sirius (known colloquially as the “Dog Star”), which Hellenistic astrology connected with heat, drought, sudden thunderstorms, lethargy, fever, mad dogs, and bad luck.They are now taken to be the hottest, most uncomfortable part of summer in the Northern Hemisphere.”

[Fonte = Wikepedia]

Ora capite cosa ha ispirato lo splendido film con Pacino A Dog day Afternoon


Merħba Malta!

Ad aspettarci c’è un pullman e fuori all’ombra di un oleandro dei tizi (non questi qua sopra) che urlano pronunciando fonemi strani. Poi scoprirò che non stavano gridando, perché i maltesi parlano a volume alto, chissà da chi hanno preso. Uno di loro smilzo, la barba di sei giorni, denti scuri incastrati male, ci viene incontro, pronuncia il nome dell’agenzia, ed ecco farsi avanti la Capetta che dal cilindro magico tira fuori badge, orari, documenti…

Confermate le nostre identità, saliamo sul pullman, i ragazzi fanno le solite domande inutili nei loro accenti lazio-umbro-marchigiani, qualcuno ha già collegato la cassa portatile bluetooth e partono in coro con lei che bacia lui che bacia me che bacia noi, facendo drizzare le antenne alla Capetta che prima di inforcare gli occhiali scuri richiama i raga all’ordine.

Di quest’isola non ho mai sentito commenti entusiastici, sempre un po’ tiepidi (a differenza della sua temperatura che oggi sfiora i 40), sempre molto approssimativi, sempre molto quasi. Eppure a giudicare dall’alto e dalla sua posizione e storia, dovrebbe vantare una sfilza di stelle. Che nessuno però mi ha mai disvelato. Quindi devo farlo da me.
Arida, colori mediorientali, mentre il pullman sfreccia sul lungomare scatenandomi un paio di extrasistole (non mi abituerò mai alla guida a sinistra) ne osservo la bassa statura, i colori tenui e opachi, dal beige al ginger al marrone, poi sfumature di grigio, ed è decisamente un’isola con poco trucco. Abbonda di fichi d’India, casalini sdirupati e muretti a secco, eucalipto e strani ulivi arruffatissimi. Polverosa e rinsecchita, accaldatissima, qualche spruzzo di Sicilia qua, qualche nota British là. Dopo averla annusata per qualche minuto, mi piace.

Ha una storia incredibile Malta, di cui i miei due capitoli preferiti sono quello che ha per protagonista un santo di cui sono fan, e, secoli dopo, i Normanni della mia Sicilia.


Oggi però sono in pista dalle 5 di stamane, e di scrivere non mi va, tengo da giorni una media di 6 ore a notte, 4:30 quella di eri.
Accontentatevi delle immagini.
Domani spiego perché isola densa.

Comments 2
  1. Beh in fondo sono siciliani che parlano inglese.
    Cosa che poi ha rischiato anche la Sicilia e magari per loro sarebbe andata meglio.
    Grazie dei tuoi scritti……mi piacciono assai.

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