Dunkirk

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Dunque oggi vi parlerò di questa località, guardate che carina.

Cliccando su ogni singola foto, la visualizzate per intero:

Dunkirk

Malo – les bains


Io ho sempre pensato che Duncherche fosse stata il palcoscenico dello sbarco in Normandia, come sono certa anche molti di voi (confessatelo!), credo quindi di aver fatto cosa utile a truccare le carte, così non fate figurazze se andate in giro per l’Europa.

Dunkerque ha un litorale a perdita d’occhio dove si mangiano delle strane conchiglie di mare, ci soffia un’aria fresca e molto nordica, mentre i colori dell’arredo urbano e delle case sono per compensare molto accesi.
Ok, la foto sopra l’ho scattata in Scozia, a Kirkcaldy, ma giuro che è lo stesso genere di litorale: sabbioso, compatto, dorato, freddo, ottimo per il jogging mattutino.

Dunkirk

Un murale

Questa invece l’ho fatta alla facciata di un palazzo, mentre giravamo a passo d’uomo alla ricerca di un parcheggio. Che per fortuna era gratuito essendo domenica. Va detto che al nord, in Francia, Olanda, Belgio, Germania, i velocipedi e loro utilizzatori, costituiscono una specie sacra e protetta, e hanno il privilegio non solo di andare a velocità supersoniche senza temere improperi di pedoni e automobilisti, ma anche (l’ho scoperto a Dunkirk), la possibilità di guidare contromano!

Amsterdam

Considerate anche che a Amsterdam, a Bruges, a Maastricht si paga h24/7 una media di 7 euro l’ora per il parcheggio.

Ma torniamo al D-Day.
La foto a destra l’ho scattata a Fishburn, meta finale del mio viaggio, che nessuno – dico NESSUNO! – ha votato.
A parte me. O pensavate forse che si trattasse di una banale provincia inglese, vittima della Brexit, dove fanno pesce (fish) affumicato (burn?).
Niente di tutto ciò.
L’affumicatura, tragicamente un po’ c’entra, ma ho già divagato abbastanza, e ve ne parlerò in un altro l post.
Per adesso occupiamoci di Dunquerque, che come vedete si può scrivere in più modi, essendo luogo dove si parla il picardo, il fiammingo e il francese. Dunkirk è la versione inglese.
E dicevo, la foto di destra (clic per ingrandire) l’ho scattata una mattina che andavo a curiosare dalle parti di dove abita la mia amica Angela. Nella contea di Durham (che, meschina 🙁 non ha suscitato la vostra curiosità).
Appartiene a un vicino di casa della mia amica. E’ evidente che il D-Day (come per noi il 25 aprile) riscuote molto successo fra i britannici. Visto che ci fanno persino le bandierine per infilarle nei vasi di fiori. Una data che ripeto, sfido chiunque dalle nostre parti a saper dire quando cade.
(A questo servono le blogger.)

D-Day

Credits: Gettyimages.com

Quest’anno si celebrava l’ottantennio.

D-Day = 06 giugno 1944

La D però non sta per Dunkirk, ma semplicemente per day, giorno. Un po’ come dire, il giorno X. Questa parola in codice era impiegata per qualunque operazione di attacco militare importante. Storici e strateghi usavano inoltre mettere un + e un – per indicare o i giorni precedenti o successivi all’episodio in questione.
Che non si svolse a Dunkerque.
Ecco. Ora lo sapete. E lo so anch’io.
Quindi a Dunkirk non ci fu nessuno sbarco, ma se vogliamo un re-imbarco. Anche perché Dunkirk è al confine con il Belgio, nella regione dell’Alta Francia. Non in Normandia.
Ma di questo parlerò nel prossimo post, dopo aver guardato l’omonimo film di Christopher Nolan, che pare meriti attenzione.
Domani saprò dirvi di più.

Visto quante notizie utili vi sareste persi se non avessi barato?

Comments 7
  1. Grande Sonia,su Dunkerk, Dinkirk,Donclark,come si chiama chissene, la storia è affascinante! Non ci sono mai stato ma sono attirato da quei luoghi dove si è fatta la storia. Invece ad Amsterdam,come hai sottolineato la sudditanza degli automuniti rispetto ai ciclofili, ho assistito ad un duro dibattito a suon di parolacce tra tre ciclisti e un automobilista che alla fine è andato via scornacchiato. Grazie 1000 per lo spiegone che ho apprezzato.luigi

    1. I ciclisti a Amsterdam mi sembravano comparse pagate,per una serie che tutto il mondo conosce e il cui pubblico va alimentato.Tranquilli e beati, ti chiedi come sia possibile che riescano a portare a termine la giornata. Invece a Maastricht ad es. andavano ai 40 all’ora (sulla ciclabile/pedonale), infischiandosene di chi si trovavano davanti.

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