Come per l’India io e Bruno ci becchiamo (stavolta al primo colpo) alla caffetteria della stazione di Milano Lambrate. Abbiamo bypassato la metropoli milanese, tanto ce ne aspettano altre, forse più piccole, ma di certo più europee. La prima tappa sarà Locarno , quindi su per la Svizzera, fino a Costanza, se riesco una nuotata nel lago, poi in Germania, che fra un po’ morivo senza averla vista ancora.
Prima di partire facciamo cambusa all ‘ MD, vino, parmigiano, frutta e taralli. Una boccia di Chianti per Angela e una per noi. Lui dice, Ah, ma io, il vino… Poi trinca pure lui eccome.
E l’ultimo caffè.
E l’ultima spesa a prezzi italiani.
(L’hai voluta l’Europa..?)

Quindi pisciatina, poi Bruno imposta la sua personal navigator, e via che si va, scivolando sulla A9.
Il percorso viene calcolato!
A differenza della mia la sua parla italiano, forza gli ausiliari della forma passiva, e a ogni comando che ti dà, chiede Per favore. E dà del lei. Per favore prenda la seconda uscita. Per favore esca dalla rotatoria.
Per favore mi porti via da qui.
Non ci sono più le traduttrici di una volta.

Mentre Bruno guida, e la sua Volvo vola bella liscia, mi rimetto a pensare alla mia vita precedente, quando a Milano ci venivo spesso e mi capitava anche di frequentare certi vip del mondo della letteratura (uno fra i tanti Irvine Welsh). Il vecchio Bill non l’ho incontrato mai, ma durante la lavorazione di Diario Africano ci siamo scambiati un paio di email.
Metti che a Locarno incontro Deniro in disguise.
Pure lui che si fa una nuotatina nel lago fra una master class e un’intervista.