E chi lo sa?
Le due o tre cose che mi rircordo io risalgono alle interrogazioni delle medie,
Ma te il il BENELUX, l’hai studiato?
Mi ricordavo anche però di un paragrafo del vecchio Bill, ricordo quanto risi, traducendolo, dove descrive lo stile di guida dei lussemburghesi (simile a quello dei britannici, aggiungo io.).
Non mi sono mai sentito tanto sicuro di dover morire. Il tipo guidava come se fossimo in una sala giochi. La carreggiata era una roba a tre corsie – altra cosa che non avevo mai visto prima – con due opposti sensi di marcia e una corsia centrale che serviva per il sorpasso da entrambi i lati. Il mio nuovo amico non sembrava averne pienamente afferrato il concetto. Scattava nel mezzo e pareva sinceramente stupito di trovarsi a tu per tu con un autoarticolato di quaranta tonnellate lanciato verso di noi, tipo cartone animato di Willy il Coyote. Sterzava all’ultimissimo minuto, dopodiché cacciava la testa fuori dal finestrino e imprecava pesantemente contro il conducente di turno, per poi tornare a farsi redarguire da me e dalla sua signora al ripresentarsi del disastro successivo.
Bill Bryson, Una città o l’altra, ediz. Guanda
Il BENELUX, uno di quei posti lassù, in un luogo imperecisato del nord, in mezzo alle paludi nebbiose, la gente composta, precisa e operosa… Mi dava l’idea di tre amici: il Belgio, un po’ trinzo; il Lussemburgo ricco, e l’Olanda, la bionda.
Da bimba mia mamma per ben due carnevali mi vestì da olandesina. Ma quando le mie amiche mi chiedevano, da cosa sei vestita, rispondevo, da regina dell’Olanda. Il cappello stile belle epoque della foto, che mi sembrava più adatto all’uopo, lo avevo preso da mia zia, souvenir di un suo ultimo dell’anno.
Beh, anche i vietnamiti hanno una visione piuttosto originale e tutta personale dei Paesi Bassi.
Quando stavo a Hanoi, al supermercato mi perdevo per delle ore. Per esempio nel reparto del pesce, immenso, si vedevano certe creature sbucare da sacchi di iuta, tipo tartarughe o strani granchi che tentavano di darsi alla fuga. E lì vicino, al reparto caseario, lucchettato e ben protetto c’era il burro. Già. Costava un occhio, e i miei host, mi accorgevo, inclusa la “colf”, se lo magnavano di notte, o quando io non c’ero, perché la mattina a colazione lo trovavo sempre diminuito.
Robe tipo la baguette (non quella vera, sia chiaro, quella impastata in Finlandia, congelata in Austria, preinfornata in Polonia e riscaldata in loco) per i vietnamiti era un lusso , il pane non fa parte della loro alimentazione. Io a volte per nostalgia la compravo, ma alla fine preferivo cento volte il loro riso. E comunque dicevo, e arrivo al punto da dove son partita, il burro, in VN, è un articolo di lusso, come il latte che non si trovava fresco perché il VN non è attrezzato per produrlo, ma solo “evaporato”, google non ha mai saputo dirmi cosa significasse, dopo varie ricerche e consultazioni ho capito che era una operazione di restituzione fatta a partire dal latte condensato, che veniva importato, quindi attravrso un processo particolare tarsformato in un liquido che chiamavano appunto latte evaporato.
L’alternativa era un latte UHT proveniente dall’Olanda, così diceva l’etichetta, sulla quale si vedeva un papà, una mamma e un bambino, biondissimi, in abiti tipici olandesi. Ho cercato in rete per vedere se trovavo l’immagine , ma non c’è, e comunque fidatevi che è vero. La mamma era esattamente vestita come me a dieci anni a carnevale, salvo per la cuffia bianca in testa, con le punte rivolte all’insù, che io avevo preferito sostituire con il più regale copricapo stile Charleston di cartone, omaggio del veglione di fine anno a Santa Lucia sopra Carrara, dove mia zia aveva ballato fino all’alba nei lontani anni ’70.
Al di sopra delle facce felici e sorridenti dei tre olandesi un messaggio pieno di punti esclamativi e accenti, di cui la lingua vietnamita è piena, che invitava a bere latte “così diventi bello e alto come noi!”. Sic
Fantastico il collegamento del BENELUX al Vietnam! E il tuo abitino, secondo me,ti ha dato lo spunto per diventare quello che sei : una viaggiatrice pensante e non una turista! Complimenti! Sono riuscito a fare il commentooo! Sono commosso
Un cappello di cartone può sembrare più regale di una tiara di diamanti, se non ne hai mai vista una e soprattutto non sai cosa sia.
😊
Sonia
Divertente e interessante.
😊